Paracheratosi granulare.

Abstract

La paracheratosi granulare (PG) è stata per la prima volta descritta nel 1991 da Northcutt et Al. (3) in sede ascellare nell'adulto: caratteristica della condizione è la presenza di paracheratosi compatta con persistenza dello strato granuloso e ritenzione di granuli di cheratoialina nei cheratinociti del corneo. In seguito la PG è stata descritta nel bambino (2, 6) nella regione del pannolino e poi nell'adulto in altre sedi, quasi sempre alle pieghe. La PG ha una durata variabile, di solito breve, soprattutto nel bambino, ma talora persistente per più di 20 anni (5). La malattia si caratterizza, quindi, per la localizzazione alle pieghe da un punto di vista clinico e per il tipico quadro istologico. Quest'ultimo si può in realtà riscontrare in numerose altre condizioni dermatologiche (4) ed è stato descritto anche prima del 1991: in questi casi si parla di PG incidentale. Molto discussa è l'eziologia della malattia; certamente sono importanti fattori predisponenti costituzionali vista la sua rarità. Tra i fattori favorenti la comparsa della PG, importanti sembrano soprattutto il caldo e la sudorazione: alcuni casi (5) regrediscono in inverno per recidivare in estate; ci sono casi di PG che interessano soltanto gli sbocchi delle ghiandole sudoripare (7); anche l'insorgenza al di sotto del pannolino monouso è un fattore che parla a favore del ruolo giocato da aumentata temperatura e umidità. L'aumentata temperatura e umidità che si verifica a livello delle pieghe spiega anche la più frequente localizzazione e/o la maggiore evidenza in questa sede di alcune dermatosi associate a iperplasia epidermica come verruche seborroiche, pemfigo vegetante, nevi epidermici. Nel bambino si è data importanza all'uso eccessivo di prodotti per l'igiene, la cui sospensione porterebbe a rapida guarigione (1); non possiamo confermare la rilevanza di tali fattori nei nostri casi che si sono giovati, invece, della sospensione programmata della plastica del pannolino monouso.