Tricoblastoma pigmentato recidivo su nevo sebaceo.
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Come citare
Abstract
Il nevo sebaceo (NS) è un nevo organoide (7) in quanto può contenere quasi tutte le componenti tissutali della cute; questo è il motivo per cui dal nevo sebaceo possono originare e talora essere presenti contemporaneamente numerosi tumori benigni (3). L'incidenza del NS su 11061 dermatosi pediatriche è risultata dello 0.16% (1).
Il problema più discusso per il NS è la possibile incidenza di neoplasie e conseguentemente l'utilità o meno di una sua escissione totale. Nella più ampia casistica finora pubblicata, quella della Ackerman Academy of Dermatopathology (4), l'incidenza di neoplasie è risultata del 21,4%, una percentuale più elevata di altre casistiche, perché come ammettono gli Autori, una gran parte della casistica è costituita da secondi pareri proprio sulla natura delle neoplasie associate a NS. Comunque per il 18,9% si tratta di neoplasie benigne, e nella minoranza di neoplasie maligne non figura il melanoma. Se poi si considera il rapporto tra incidenza di neoplasie ed età, si vede che nei primi 10 anni di vita non ci sono casi di neoplasie maligne e solo 5 neoplasie benigne su 707 casi di NS.
La neoplasia benigna più frequente in questa ampia casistica è il tricoblastoma, a differenza di altre casistiche in cui è più frequente il siringocistoadenoma papillifero (2, 5). La diagnosi differenziale fra tricoblastoma e carcinoma basocellulare non è facile e si basa sull'assenza di fessure tra tumore e stroma, sulla presenza di uno stroma fibroblastico e di corpi papillari mesenchimali nel tricoblastoma; non ci sono marker di immunoistochimica che permettano una differenziazione tra i due (4); sono proprio queste le difficoltà che in passato hanno fatto classificare come carcinomi basocellulari dei tricoblastomi, aumentando erroneamente le percentuali di trasformazione maligna per il NS.
Ancor più difficile è differenziare il raro tricoblastoma pigmentato da un carcinoma basocellulare; anche dermoscopicamente possono essere presenti telangectasie e velo biancastro che possono far pensare a una neoplasia maligna (6). Il nostro caso è singolare anche per la recidiva secondaria ad asportazione, come già descritto sia pur raramente in letteratura.