Un’adolescente che si taglia.

Come citare

Bonifazi E. 2016. Un’adolescente che si taglia. Eur. J. Pediat. Dermatol. 26 (1):58-9.

Autori

Bonifazi E.
pp. 58-9

Abstract

Un comportamento autolesionista e in particolare il tagliarsi la cute non è eccezionale e inizia in genere in età adolescenziale. Da un’indagine multicentrica europea condotta su oltre 12.000 adolescenti (1) risulta che il 27,6% si è procurato volontariamente lesioni, la maggioranza occasionalmente, il 7,8% in modo ripetitivo. Le lesioni possono essere tagli paralleli o incrociati più o meno profondi oppure disegni o scritte. L’adolescente che si taglia non lo fa per mostrare ad altri le sue lesioni come succede nella dermatite artefatta. Per questo motivo non sceglie le sedi esposte come volto e mani, ma quelle più accessibili e che si possono nascondere, quindi prevalentemente gli arti, in particolare polsi, avambracci e braccia - prevalentemente sull’arto non dominante -, cosce e gambe. Le lesioni vengono quindi alla luce per caso; l’adolescente che invece si taglia in pubblico, in sedi visibili o che comunque ostenta le sue lesioni e continua a procurarsele in modo ripetitivo ha una personalità borderline o problemi psichiatrici (2). L’adolescente autolesionista si procura furtivamente le lesioni non per attirare l’attenzione di altri come nella dermatite artefatta, ma come rimedio a una situazione di stress psichico, ricorrendo al dolore fisico per silenziare una situazione psicologica stressante, per esempio sentimenti che provocano ansia, rabbia, depressione (2).

Parole chiave

Autolesionismo, Adolescente