Tatuaggio cutaneo da grafite.
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Come citare
Abstract
In letteratura non sono descritti casi di tatuaggio cutaneo da grafite, probabilmente per la loro banalità più che per la loro rarità; sono però descritti alcuni casi (1, 2) di tatuaggio da grafite del cavo orale. Nel cavo orale si discute la diagnosi differenziale dal tatuaggio da amalgama e da lesioni melanocitarie, che richiede talora l’esame istologico (1) e un innesto di connettivo autologo per una riparazione esteticamente accettabile (2). Il tatuaggio da grafite del cavo orale insorge più precocemente di quello da amalgama e l’istologia mostra un granuloma da corpo estraneo. Nei casi qui descritti la diagnosi differenziale da una proliferazione melanocitaria dermica è stata facile per le dimensioni esigue delle lesioni, la non palpabilità, l’aspetto puntiforme o lineare e l’assenza di crescita iniziale.
Anche se non abbiamo eseguito un esame istologico, basandoci sull’analogia con le lesioni del cavo orale, è probabile che il substrato istologico della lesione cutanea indotta da grafite sia un granuloma da corpo estraneo creatosi intorno a frammenti di mina della matita. Quest’ultima è costituita essenzialmente da carbonio non degradabile e da una quantità di argilla che è direttamente proporzionale alla durezza della mina e quindi alla possibilità di ottenere un tratto più preciso. Come il tatuaggio eseguito a regola d’arte, il tatuaggio da matita è caratterizzato dalla non biodegradabilità e quindi dalla sua lunga persistenza nel tempo.