Variazioni dei reperti istologici nella dermatite artefatta.

Come citare

O’Callaghan D.O., Markiewicz D., Shinhmar S., Bewley A. 2017. Variazioni dei reperti istologici nella dermatite artefatta. Eur. J. Pediat. Dermatol. 27 (4):207-11.

Autori

O’Callaghan D.O. Markiewicz D. Shinhmar S. Bewley A.
pp. 207-11

Abstract

Si tratta di una ragazza di 17 anni con una storia di lesioni bollose cutanee datante da 10 anni. Dopo numerosi studi la paziente ha iniziato un trattamento per possibile lupus eritematoso bolloso. Alla prima visita la paziente presenta un’importante eruzione bollosa con relativo risparmio del dorso mentre è in trattamento con numerosi farmaci immunosoppressori e con antidolorifici oppiacei. Si riesaminano i precedenti esami istologici. Un campione mostra una bolla subepidermica che contiene fibrina e un infiltrato infiammatorio neutrofilo; due campioni presentano bolle subepidermiche scarsamente cellulate. La diagnosi differenziale si pone tra l’altro con lupus eritematoso bolloso, dermatite erpetiforme, dermatite a IgA lineari, eritema polimorfo e necrolisi epidermica tossica. Tuttavia la storia clinica e la negatività dei reperti di immunofluorescenza mettono in discussione queste diagnosi. Sembra evidente che gli aspetti istologici delle diverse biopsie esprimano diversi stadi evolutivi di uno stesso processo. Tutti i reperti istologici sembrano espressione di bolle indotte da agenti fisici, forse bolle da suzione. Si fa quindi diagnosi di dermatite artefatta e si sospendono tutti i farmaci immunosoppressori. L’attuale caso sottolinea la necessità di un’attenta correlazione clinico-istologica per evitare errori diagnostici e terapie superflue. Dimostra anche che si possono osservare reperti istopatologici differenti quando si eseguono biopsie ripetute in tempi successivi durante il decorso clinico di una malattia e che i differenti reperti sono soltanto differenti stadi evolutivi di uno stesso processo.

Parole chiave

Dermatite artefatta, Lupus eritematoso bolloso, Istologia